Quarantadue anni su quei gradoni, dal campionato 76/77 a Lecce-Foggia

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Spesso si sentono e si leggono polemiche sul numero di spettatori al Via Del Mare, questo nonostante il Lecce con una media di 10368 spettatori a partita sia al secondo posto per numero di presenza paganti.

Considerando il periodo storico, con una crisi economica e di lavoro che non vuole terminare e che ha colpito pesantemente anche queste lande, facendo tornare in auge il fenomeno dell’emigrazione dei giovani, quasi scomparso nei decenni precedenti, considerato lo spezzatino ormai diventato norma e che non agevola molto spesso i tifosi, soprattutto quelli che hanno famiglia, è tutt’altro che un risultato da buttare.

Visto che la vena polemica è sempre nel DNA del tifoso giallorosso e, naturalmente, non è mancata neanche in occasione di Lecce-Foggia, può essere un ottima occasione per vedere come si è comportato il tifo leccese dal 1976/77 ad oggi dal punto di vista delle presenze allo stadio. Osservando il grafico sotto (elaborato su dati del sito stadiapostcard.it) si nota subito come l’andamento sia molto dentellato, in linea con la storia della squadra, compreso un grande picco in occasione della promozione in A dell’86. Ma si può anche notare come ci sia stato un calo progressivo di spettatori, diventato una vera e propria emorragia a partire dalla metà degli anni 2000. Tuttavia negli ultimi tre anni sembra esserci stata un’inversione di tendenza, coincisa con l’arrivo della nuova Società. Riavvicinamento alla squadra avvenuto anche grazie ad una politica dei prezzi ultrapopolari  per gli abbonamenti nel campionato 2016/17, politica che probabilmente ha ripagato la società sul lungo periodo.


Infatti è indiscutibile che la media spettatori di quest’anno è in netta ripresa rispetto agli ultimi campionati ai massimi livelli, con una media superiore anche all’ultimo campionato di Serie A, quello dell’autogestione, quando la disaffezione del pubblico era tangibile, non solo nelle presenze, ma anche nella mancanza di entusiasmo.

Ovviamente confrontare campionati diversi non è del tutto corretto, soprattutto per una tifoseria molto umorale come quella giallorossa. Per questo nel secondo grafico vengono confrontati solo i campionati di serie B, sempre dal 1976/77 ad oggi, e si può evincere ancora meglio come la media spettatori sia più vicina a quella degli anni d’oro rispetto alle ultime apparizioni nel campionato cadetto. Il picco avutosi sulla fine degli anni ’80, in un periodo storico molto differente, con una media di 18024 spettatori   sembra irraggiungibile così come, per fortuna, quello negativo di appena 4592 in quel terribile 1994/95.

Chiaramente mancando ancora sei partite da giocare al Via Del Mare, la media non è definitiva e, probabilmente, sarà destinata a salire, come sempre con la bella stagione e con le partite di cartello. O, invertendo le cose, quei dati degli anni precedenti sono gonfiati dall’affluenza molto superiore alla media in alcune partite clou. Come quel Lecce-Palermo del 2002/03 che decretò la promozione in A, con 35038 spettatori sugli spalti o quel Lecce-Bari alla penultima del 2007/08 che ci condannò a giocare i playoff. Depurando i dati dalle partite che si discostano molto dalla media stagionale avremmo un altro grafico:

Con questi nuovi dati la sorpresa è che la media spettatori del Lecce sarebbe la più alta dal 1996/97, l’anno di Cavasin per intenderci, il primo in B della gestione Semeraro. Allora si era ancora all’alba delle pay tv e internet era solo uno strumento di nicchia, lontano anni luce da quello che è oggi. Certo, i numeri sono lontanissimi da quelli di fine anni ’80, ma quello era un periodo irripetibile.

Qualcuno obietterà che comunque lo stadio allora era più pieno e presumibilmente è vero, però questo è il dato degli spettatori paganti, gli unici che poi contano davvero.

Si può fare di meglio, indubbiamente, manca ancora quell’entusiasmo generalizzato o forse mancano le nuove generazioni, che il Lecce non lo hanno vissuto o lo hanno vissuto molto di striscio, ma c’è ancora tempo, siamo solo all’anno zero. Anzi in questo senso quel dato spettatori acquista un valore ancora maggiore, perché vuol dire che c’è un maggiore coinvolgimento diretto rispetto al passato.

 

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