Lecce, a Cosenza vittoria quasi epica

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Bandiera Lecce

L’anniversario

Ad un anno esatto esatto dalla sconfitta di Foggia il Lecce, nella piscina scoperta di Cosenza, dà un calcio deciso alla scaramanzia e ai gufi che oltre lo stretto guardavano la partita con un certo interesse.

Il campo – Epico

Una partita che segna un passaggio importante nel campionato dei giallorossi la cui leadership è ormai consolidata da mesi. Tecnicamente c’è poco da analizzare in questa partita, giocata in un pantano degno dei primordi del calcio. Ogni rimbalzo un’incognita, ogni controllo un rischio.

La squadra – Indomita

I giocatori si sono sacrificati, hanno messo la grinta là dove la tecnica non poteva arrivare, non hanno mai tirato indietro la gamba, vedono il traguardo e non lo vogliono lasciar sfuggire, a Catania lo devono sapere.

Andrea Saraniti – Il cecchino

La mette ancora dentro, al primo pallone utile arrivatogli, senza pensarci su, senza tanti fronzoli, senza neanche preoccuparsi del fatto che qualcuno ci rimane male. Prende la palla e la mette dentro, per la tredicesima volta in campionato. Facile, no?

Fabio Liverani – Faro

Ultimamente qualche sua scelta è stata criticata e qualche volta ha pure sbagliato, ci sta, non abbiamo mai creduto che fosse infallibile, ma è indubbiamente lui l’uomo simbolo del Lecce. Oggi la squadra era davvero a sua immagine e somiglianza, non si è lasciata prendere dall’ansia, in un match complicato ha saputo mantenere sempre la giusta calma, senza rinunciare all’agonismo.

L’ambiente cosentino – Retrò

È il solito ambiente di categoria che conosciamo.  Tutti si lamentano per un fuorigioco che esiste solo in un mondo fantastico, sbraitano, urlano, piangono miseria, ma nessuno che si preoccupi di riguardare le immagini. Dal vice allenatore che non vuole parlare degli arbitri, ma resta il fatto che “un episodio arbitrale ci ha penalizzato“, ai tifosi della centrale, che aggrediscono chiunque abbia un accento vagamente leccese, ma anche che non l’abbia, ai giornalisti che “mi hanno detto da casa che non era fuorigioco, ma non credo se non vedo.”

Filippo Perucchini – Falco

Lui vola, senza preoccuparsi se l’avversario è in fuorigioco o meno, vola e para. Vola e para nonostante ultimamente sia stato molto spesso spettatore delle partite, ma quando viene chiamato in causa non dimentica il motivo per cui viene pagato. Vola, para e la rosicata è servita.

Piero Braglia – Lo sconfitto

Un mito, ci da più soddisfazioni da avversario che quando era il nostro allenatore. Chissà cosa si prova a perdere una partita cercando di pareggiare nel recupero con tutti gli avversari dietro la linea della palla… grazie mister.

Graziano Fiorita – Supereroe

Un pensiero non può non andare a chi è spesso lontano dai riflettori. E’ stato aggredito da alcuni fotografi che, una volta avvicinatosi e vista la mole, hanno chiamato in aiuto una quarantina tra colleghi, raccattapalle, giocatori del Cosenza e pedoni di passaggio. Ma lui non si è scomposto e ha raggiunto gli spogliatoi con calma e sangue freddo.

 

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