L’Alessandria e il credo calcistico di Piero Braglia

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Dopo aver centrato l’obiettivo prefisso di non superare la media inglese con il Lecce nel campionato scorso, Piero Braglia raggiunge un nuovo importante traguardo personale e per la squadra che allena, quello di portarla finalmente al secondo posto.

Piero Braglia mentre si arrabbia con i suoi che con la vittoria in trasferta rischiano di far saltare la media inglese

Dopo un avvio non preventivato e non preventivabile alla vigilia in cui, il guru della media inglese, si era trovato in grosse difficoltà con la squadra che continuava a vincere in trasferta non seguendo i dettami dell’allenatore, sembra che finalmente sia riuscito a trasmettere alla rosa il suo credo e a raggiungere il tanto agognato secondo posto.

Oggi Braglia può dirsi un uomo soddisfatto, ma non siamo sicuri provino la stessa sensazione i tifosi dell’Alessandria, pure tante volte osannati dal toscanaccio tutto catenaccio e grugniti.

Sembrava esserci un grande feeling e il nostro aveva espresso più volte l’entusiasmo della nuova sistemazione, dopo essere sempre stato in piazze piccole e poco interessate al calcio, finalmente si trovava in una grande squadra di cui decantava la tifoseria sempre vicina e la grande affluenza (una media di quasi 3500 spettatori).

La stagione era quindi partita nel migliore di modi, pur senza unità di intenti, sembra infatti che i tifosi della squadra piemontese intendessero arrivare primi.

Ma qualcosa, nonostante il secondo posto finalmente raggiunto, si è rotto anche tra tecnico e tifoseria. I più maligni credono che sia dovuto al fatto che a febbraio abbia definito l’ambiente un “cimitero”. D’altra parte ci si aspettava un’ondata di grande entusiasmo perché l’obiettivo sembrava avvicinarsi sempre di più, man mano che la Cremonese riduceva il divario.

Ora c’è da mantenere un secondo posto meritato e siamo sicuri che Braglia ce la può fare a mantenerlo. Anzi, noi che siamo suoi estimatori, ce lo auguriamo. Anche perché vorremmo vederlo ai play-off che mette 15 difensori davanti alla porta, più il barelliere per spezzare il gioco agli avversari.

E magari trovarcelo di fronte, mentre festeggia per essere arrivato secondo in una partita secca perché giocava fuori casa.

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