I meriti di Liverani e le colpe dei calciatori

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Il Lecce spreca un’altra possibilità di vittoria e lo fa rinunciando a giocare. Ormai quella di chiudersi nei propri trenta metri ogni volta che il risultato sembra sorridere è una costante di questa squadra salvo poi cercare di giocare (e riuscirci) quando arriva inesorabile il gol dell’avversario.

La differenza di oggi sta nel fatto che per tentare di arginare gli attacchi del Sassuolo lungo la nostra fascia destra, con un Meccariello in palese difficoltà, si è passati ad una difesa a cinque, che ha sortito il solo effetto di schiacciare ancora di più la squadra al limite della propria area. Ci sarebbe anche dal chiedersi perché giochi da terzino destro un centrale ma entreremmo in altri discorsi, che riguardano il mercato e l’adeguatezza o meno di certi giocatori.

Si potrebbe obiettare che i gol subiti vengono da errori tecnici dei singoli, ma quando si difende così bassi, con la difesa costantemente sotto pressione, gli errori sono sempre in agguato e i limiti tecnici della difesa tendono a palesarsi tutti. Singoli che troppo spesso si devono far carico delle sconfitte o delle mancate vittorie.

C’è  una forte asimmetria in questa squadra tra meriti e demeriti, per cui i primi vengono tutti ascritti all’allenatore, quasi che in campo ci entri lui e i secondi tutti ai giocatori. Per cui se si fa bene “bravo Liverani”, se si fa male allora la colpa è del singolo. Credo che questo oltre a sminuire costantemente i meriti della squadra mortifichi quanto fatto dai giocatori, che, inutile ricordarlo, in campo stanno dando sempre tutto.

Senza voler sminuire i meriti dell’allenatore, sarebbe ora di riconoscere anche i suoi demeriti, quando questi si palesano come quest’oggi, senza fossilizzarsi troppo sull’errore del difensore, che se non avesse dei limiti non giocherebbe, probabilmente, per la salvezza.

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