S.S. Juve Stabia — Unione Sportiva Lecce

Riepilogo

Juve Stabia – Lecce è incontro valido per l’ottava giornata di campionato. Il Lecce viene da 4 vittorie consecutive (tre con Liverani). La Juve Stabia dalla sconfitta di Bisceglie. Si gioca in un campo in pessime condizioni e il gioco ne risente, soprattutto a centrocampo dove è difficile vedere trame apprezzabili.

Liverani cambia ancora a centrocampo, mettendo a sorpresa Pacilli dietro le punte, arretrando Mancosu in linea con Armellino e lasciando Tsonev in panchina.

La Juve Stabia si dimostra squadraccia che cerca lo scontro fisico e i calci al calcio. Dopo pochi minuti ne fa le spese Lepore costretto ad uscire. La partita stenta a decollare e il gioco stalla a centrocampo.

Il Lecce passa al 38′ con Di Piazza, che prima incorna su assist di Pacilli che supera tre uomini prima di crossare, quindi insacca sulla respinta del portiere.

La Juve Stabia prova a reagire, ma si va al riposo sull’ 1-0

Nel secondo tempo gli stabiesi pareggiano con un tiro della domenica di Crialese, ma il Lecce non si fa prendere dal panico e con un uno-due Caturano porta i giallorossi in vantaggio di due gol.

I campani provano a reagire, ma non producono nulla fino al gentile regalo dell’arbitro che non vede un fallo netto su Marino in area. L’eventuale errore del difensore giallorosso è irrilevante davanti al fallo evidente non fischiato.

I giocatori di casa nel tentativo di raggiungere il pareggio non badano a finezze, entrando spesso in maniera decisa sui calciatori giallorossi. Ne fa le spese Drudi, costretto ad uscire anzitempo.

Il forcing finale, con il Lecce in 10 per aver esaurito le tre interruzioni per sostituzione, servirà solo alle tasche dei cardiologi salentini.

Da notare a fine partita che tutto l’entourage stabiese, nonostante un arbitro vistosamente casalingo, piange miseria e povertà, prendendosela con l’arbitro, reo di non si sa ancora cosa.

Ancora più interessante la disamina di mister Caserta, che vede nella Juve Stabia l’artefice della propria sconfitta.

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