Suicidio giallorosso a Cittadella. Liverani, turnover fallito.

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Ok, ci aspettava un trittico terribile, martedì ci sarà il Verona al Via del Mare, poi si andrà alla Favorita, occorreva dosare le forze. Ok, Liverani aveva preannunciato il turnover, ma c’è modo e modo e poi il Cittadella era in crisi, sì, ma mica una squadra da nulla.

Allora perché trasformare la squadra in questo modo? Le domande sono sorte già leggendo la formazione. Perché mettere un giocatore che non ha certo nella motilità la sua dote migliore, come Tachtsidis, contro una squadra come il Cittadella? Il greco può dare un apporto alla formazione giallorossa se ha due motorini accanto, un centrocampo che corre per lui, altrimenti è dannoso. Difficile possa dare il meglio di sè con accanto un centrocampo rattappato, lento o, peggio, evanescente, con un Arrigoni in difficoltà in un ruolo che non gli appartiene fino in fondo ed un Haye che appare sempre più a disagio in campo, che sembra essere stato proiettato in B più per volontà divina che per capacità.

Formazione sbagliata, un azzardo, mi verrebbe da dire assurda, ma fin qui daremo il beneficio del dubbio a Liverani.

Per quanto il gol di La Mantia, apparso subito come un lampo di luce casuale nel buio pesto del Tombolato, avesse fatto sperare in un esito diverso, era impossibile non vedere le difficoltà di una squadra sempre lunga, che arrivava sempre in ritardo sul pallone, in completa balia di un avversario non trascendentale.

Però bisogna dire la verità, non è solo il centrocampo a non funzionare, l’attacco latita, la difesa balla. La Mantia fa il suo solito lavoro sfiancante, mai come oggi inutile. Ma il grande arrivo di gennaio, Tumminello, lanciato per la prima volta dal primo minuto? Finora si è dimostrato utile quanto un virus del raffreddore, ma anche qui bisogna vedere quanto fosse veramente pronto a giocare e se fosse il caso di farlo partire da titolare.

Con queste premesse si capisce come questa squadra mal assortita si sia arresa dopo pochi secondi ad un Cittadella motivato, che non mollava un centimetro.

D’accordo, la formazione è sbagliata e a questo si aggiungono errori individuali incredibili in difesa e in fondo può capitare la giornata no. Sta a Liverani sistemare le cose. Certo, non può cambiare l’intera formazione, ma cercare di riequilibrare almeno il centrocampo e infatti… nulla.

Evidentemente Liverani crede nella formazione che ha messo in campo, nonostante il campo stia chiaramente dicendo che fa male a crederci, mentre gli undici in campo sembrano dei ragazzini allo sbando.

Ci vorrà un tempo interminabile ed una partita ormai compromessa per vedere il primo cambio a centrocampo e anche in questo caso ci sarebbe molto da ridire. Viene buttato in mischia il povero Majer, che non ha avuto neanche il tempo di scoprire quali sono i colori del Lecce, di capire dove si trova, di riconoscere i compagni dal viso o dalla sagoma e gli viene affidato l’onere di risollevare una squadra allo sbando. Peggior debutto non gli si poteva regalare.

E stavolta il beneficio del dubbio a Liverani è difficile concederglielo. Perché andare incontro ad una sconfitta sicura? È chiaro che Verona e Palermo fanno paura e le scelte sono soprattutto in ottica futura, dimenticando il presente. Ma l’impressione è che il Lecce abbia finito di giocare con la serenità di chi non ha nulla da dimostrare, con la leggerezza del girone di andata e le scelte di Liverani sembrano essere lì a certificarlo. C’è la paura di chi si sta giocando qualcosa.

“Non ci dimentichiamo dove eravamo e da dove veniamo” dirà qualcuno. Proprio per questo, cosa avevamo da perdere nel giocare con la formazione migliore possibile? Pensando partita per partita, come avevamo fatto finora? Invece ci ritroveremo a giocare uno scontro importantissimo reduci dalla peggior partita stagionale e con quattro gol sul groppone.

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