Macalli e il Lecce

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Mario Macalli
Confesso che non conoscevo l’esistenza di questa persona prima che approdassimo in Lega Pro, ma una volta scesi di categoria io, come molti tifosi del Lecce, ho imparato a conoscerlo e “apprezzarne” il comportamento non sempre da uomo delle istituzioni, seppur sportive. Negli ultimi giorni è salito all’onore delle cronache grazie a quella telefonata di Lotito, suo sponsor principale.
Ma Macalli è la LegaPro, ben prima di Lotito. Dal 1977, quando è entrato nei ruoli dirigenziali della Lega di Serie C, passando al 1987 quando diventa vicepresidente, al 1997 quando assume l’incarico di Presidente che non abbandonerà più fino ad oggi.

Il trauma dei tifosi del Lecce conseguente la doppia retrocessione in C è stato presto amplificato dalla realtà che supera la più pessimistica delle previsioni. Ci si accorge presto che questo è un campionato mediocre come non mai, dove le regole vengono modificate di anno in anno e senza apparente logica, dalla costituzione dei gironi, anche incomprensibilmente monchi, ai cervellotici regolamenti per i playoff, alle esternazioni dei dirigenti che, invece di avere un atteggiamento equidistante, elogiano uno dei contendenti a discapito di un altro.
Di questi comportamenti spesso il Lecce stesso ne ha fatto le spese. Due anni fa gli elogi di Macalli per il Trapani si sprecavano, così come quelle per il Frosinone lo scorso anno. Nello stesso modo non sono mancate le critiche, anche velate, al Lecce e ai tifosi leccesi, lamentandosi anche per il numero di spettatori al Via del Mare.
“Sono deluso da Lecce. In uno stadio come il “Via del Mare” vedere neanche settemila persone non è bello. Certo, poi ci sono i duecento di Reggio Calabria, ma c’è poco da fare, vuol dire che il territorio non ti segue e non è interessato, inutile fare tanti bei discorsi, questa è la realtà” sono le sue parole in un’intervista riportata in rete da più testate.
Basta farsi un giro in rete per trovare i vari commenti rilasciati in questi due anni e mezzo che travalicano il suo ruolo.
Che il Lecce non fosse simpatico al palazzo si era capito da subito, il perché poteva essere chiaro già allora, ma adesso è fin troppo evidente, il Lecce non ha mai appoggiato Macalli, ne’ i suoi uomini e questo non è mai sceso giù all’uomo della LegaPro.
I più maligni penseranno che alcuni arbitraggi, come quello di Abisso in Frosinone-Lecce dello scorso anno (per citare il più evidente) o il record per un campiondato professionistico di 12 rigori subiti due anni fa (record se rapportato ai 34 gol subiti complessivamente) o il discutibile arbitraggio della finale di ritorno dei playoff dello scorso anno (che forse non ha inciso sul risultato finale, ma di certo sui nostri nervi) siano dovuti a questo.
Probabilmente la risposta è no, ma senza alcun dubbio il Lecce in questa categoria non ha goduto di alcun favoritismo, cosa che tra l’altro i tifosi del Lecce non hanno mai preteso, abituati da sempre a dover sudare sul campo qualunque risultato, ma molto spesso ha subito attenzioni e critiche immotivate dal padre-padrone della Lega Pro.

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5 commenti su “Macalli e il Lecce

  1. Anonimo il said:

    Sono d'accordo con il sign.Diego Consales. Quanto prima abbandoneremo la lega pro,tanto prima ci toglieremo d'attorno questo elemento ignobile,dovrebbe essere al di sopra delle parti,imparziale ma c'è un "abisso"fra lui e un presidente con la "P" maiuscola.Può essere portato come esempio di come NON dovrebbe comportarsi un Presidente.

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