Lecce, a Catania sconfitta sfortunata, ma non casuale

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Foto artistica curva nord lecce
Chiacchierando con gli amici, nel post partita di Lecce – Catania, si discuteva sulla fortuità della sconfitta in terra siciliana. Evidentemente il gol del vantaggio degli etnei era fortunoso e il raddoppio, avvenuto subito dopo, è stato un conseguenza. Il Catania non si era reso fino ad allora particolarmente pericoloso e il Lecce era sembrato controllare tranquillamente i rossoblu.

Ma si può dire che la sconfitta del Lecce sia stata del tutto casuale? Secondo il mio parere no.
Neanche il gol avvenuto su uno sfortunato rimpallo si può dire del tutto casuale, perché per gran parte della partita il Catania ha giocato davanti all’area giallorossa. Abbiamo concesso quei 20-25 metri agli avversari che, nonostante la sterilità del loro attacco, hanno permesso di provare il tiro da fuori innumerevoli volte. E spesso, molto spesso, solo la grandissima partita dei nostri centrali di difesa, che sono stati pressoché perfetti, ha impedito al Catania di rendersi pericoloso . Quando giochi lontano dalla tua porta la probabilità di prendere il gol è inferiore, ma quando permetti agli avversari di giocare sempre vicino alla tua area, per quanto forte sia la tua difesa, può sempre accadere il rimpallo che finisce in rete e compromette la partita, aumentando le probabilità dell’avversario di segnare.
E in questo senso il gol del Catania non può dirsi solo figlio del caso, perché proprio quel rimpallo che può capitare è capitato.
Certo, le azioni più chiare fino ad allora le aveva avute il Lecce, ma senza mai imporre il proprio gioco, anzi, erano in gran parte venute di rimessa e dovute alla qualità tecnica superiore dei giallorossi, più che a particolare bravura tattica.
Il Lecce è andato a Catania remissivo, attendista, non imponendo il proprio gioco, ma puntando tutto sul contenere e ripartire, non proprio un atteggiamento da primo in classifica.
E ci poteva anche dire bene, se non fosse che è arrivato quel gol che, come detto, poteva arrivare. La reazione poi è stata nulla, perché tra la confusione di chi si rende conto di aver quasi perso la partita e le perdite di tempo da campo campano anni ’80 la partita è finita lì, al gol del 2-0.
So già che molti non saranno d’accordo con quello che dico, che magari penseranno che sto cercando il pelo nell’uovo o mi diranno che siamo primi in classifica, oppure mi daranno del gufo, perché va molto di moda ultimamente, ma non si può negare il fatto che il Lecce delle ultime giornate ha subìto un calo (compresa la gara col Francavilla pure vinta in maniera meritata e rotonda). Quella giallorossa non è più la squadra piacevole, quasi perfetta, delle prime giornate, non è più altrettanto prolifica e nelle ultime due trasferte ha fatto un punto e subìto quattro dei sette gol complessivamente subiti fin qui. E questi sono dati inconfutabili.
Questo non vuol dire necessariamente essere pessimisti per il futuro, anche perché la squadra c’è ed è forte, ci sono anche i ricambi giusti. Ma credo che qualcosa da riguardare ci sia, a cominciare dall’ormai mancanza totale di sovrapposizione dei terzini, che sembrano sempre più bloccati dietro, passando al già citato baricentro troppo basso in fase difensiva. Probabilmente c’è da cambiare atteggiamento e lasciare fuori qualche uomo troppo stanco o fuori posizione.
Per fortuna ora c’è il Foggia. Per fortuna perché si può subito puntare al riscatto, per fortuna perché un match duro è quello che ci voleva in questo momento.

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