Le scelte dell’ U.S.Lecce rischiano di tramutarsi in un autogol

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Il Via del Mare vuoto

Padalino

Quando ho scritto il precedente articolo sull’allenatore foggiano, a caldo, dopo la disfatta di domenica, non avevo ancora letto le interviste, né visto le foto che lo ritraggono sorridente con gli avversari festosi. Ne auspicavo la rimozione dalla panchina del Lecce per motivi tecnici, per come aveva regalato al Foggia la vittoria.

La mia rabbia è cresciuta probabilmente insieme alla rabbia di tutta la tifoseria dopo aver letto, ascoltato, visto le interviste e le foto incriminate. L’arrendevolezza sul campo, già notata in diretta, si tramutava all’improvviso in qualcosa di più, quasi in disinteresse per l’umiliazione subita.

Riconoscere la superiorità sul campo dell’avversario è un gesto di fair play, ma Padalino è andato oltre, ha trattato l’umiliazione subita come fosse normale. Come se andare a fare una delle peggiori figure della storia del Lecce fosse la cosa più scontata al mondo. Come se tra Foggia e Lecce ci fossero un paio di categorie di distanza e non un misero punto.

E lo ha fatto perennemente col sorriso sulle labbra, dopo aver dispensato pacche, baci, abbracci a chiunque gli capitasse a tiro, purché avesse una maglia rossonera.

Credo che non si sia neanche reso conto di quanto questo potesse essere inviso alla tifoseria giallorossa.

La tifoseria

Quello che è accaduto da domenica sera in poi era ampiamente prevedibile, la tifoseria non ha gradito nulla del pranzo domenicale che in una sorta di ristorante da incubo le è stato propinato, dall’antipasto fatto di conferenze stampa molli e rassegnate, al primo e secondo indigesti, con tre zeppole peggio di un pugno nello stomaco, alle portate secondarie e al dolce servito freddo da Padalino in conferenza stampa.

Forse sarebbe toccato alla società aiutare a digerire al meglio questo boccone amaro, ma ha perso il momento e l’impressione è che ormai Padalino risulti indigesto a tutta la tifoseria.

Le piccole contestazioni di domenica e di oggi sono probabilmente solo la punta dell’iceberg che rischia di travolgere il Lecce nei prossimi giorni. Una situazione preventivabile, viste le premesse.

La Società

Il momento migliore per i dirigenti per parlare, per spiegare, per chiedere scusa è già passato da  tempo. Come detto entro domenica a pomeriggio qualcuno doveva farsi carico di questa incombenza. Non con frasi di circostanza, ma spiegandoci cosa è accaduto, stigmatizzando il comportamento dell’allenatore.

Lunedì già era troppo tardi, ma la Società ha voluto trincerarsi dietro un inspiegabile silenzio stampa, ancora più inspiegabile per un gruppo che ha voluto fare del rapporto con i tifosi uno dei pilastri su cui poggiare il futuro del Lecce.

Sinceramente io, oltre ad auspicarmelo, mi sarei aspettato un esonero, ma una volta presa la decisione di restare con Padalino alla guida tecnica perché non renderlo subito noto? Perché non fare una conferenza stampa congiunta già lunedì mattina?

Le scelte della Società rischiano di tramutarsi in un clamoroso autogol, di incrinare il rapporto con i tifosi costruito a fatica dopo anni di distanze siderali tra le parti e non è chiaro se in via Costadura abbiano ben chiaro in che ginepraio si rischia di finire.

Ovviamente le scelte tecniche spettano sempre alla dirigenza e non possono seguire gli umori della piazza, ma qui siamo in un caso limite e un confronto sarebbe stato necessario per evitare danni irreparabili al Lecce.

Aspettiamo questo pomeriggio, quando la società romperà questo roboante silenzio stampa, per capire quale potrà essere il domani dei giallorossi. Purtroppo qualunque punto di vista si guardi, in questo momento il futuro si presenta in tinte fosche.

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