Braglia, Padalino e il calcio senza “fronzoli”

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Padalino allenatore Lecce calcioIn Lega Pro si può giocare al calcio?

Il Lecce potrà lottare per vincere il campionato? L’impressione di tutti è sì, la squadra c’è, l’entusiasmo anche, come mai negli ultimi dieci anni. Ma al di là di quello che è l’obiettivo primario una risposta è già arrivata.
Si può giocare a calcio e divertire in Lega Pro? Evidentemente sì. Con buona pace per i fautori del “primo non prenderle”, “non serve il gioco in questa categoria”.

Così, tra un “i campionati si vincono così” e un “questa squadra è da Lega Pro”, ci siamo sorbiti un anno di Braglia, i suoi scialbi pareggi, le sue altrettanto scialbe vittorie, le sue, diventate purtroppo nostre, sconfitte  ed anche, ma questo è un capitolo a parte, i suoi vaneggiamenti su un pubblico troppo esigente.

Il risultato come calcolo matematico

È presto per esprimere giudizi e fare paragoni di rendimento? Sicuramente, ma l’orrore della media inglese, dei risultati utili consecutivi fatti da pareggi voluti e ottenuti contro squadre di rango inferiore, il risultato calcistico come mero calcolo matematico (errato) sono alle spalle.

Come avevo già accennato nel precedente articolo il calcio è festa, gioia, giocate, passaggi filtranti, profondità, fasce. Esiste qualcos’altro al di là del lancio del centrale difensivo a cercare la testa del centrale di attacco ed è la parte bella del calcio. È come se lo riscoprissimo oggi per la prima volta. Quella parte del calcio che Braglia ha disconosciuto (o mai conosciuto) e che i suoi fan più accaniti hanno bollato come “fronzoli“.
Il calcio senza fronzoli di Braglia ha avuto il merito di far guarire dall’insonnia migliaia di tifosi del Lecce ma, tra i tanti demeriti, ha anche quello di non aver neanche portato all’unico scopo che si prefiggeva, il salto di categoria.
Il calcio è divertimento

La nave Lecce che più che domare le onde si è lasciata trascinare dalla corrente favorevole è miseramente naufragata nelle semifinali di playoff. Quella partita a Foggia, giocata sulla difensiva nonostante il risultato da recuperare  è l’emblema di Braglia, del suo credo.
Quanti esaltavano il suo non gioco, il suo pragmatismo, i suoi calcoli col pallottoliere, si possono ora svegliare dal letargo indotto e seguire il Lecce in questa nuova avventura e possono farlo a suon di gol e di giocate.
E se al primo passo falso dovessero avere un attacco di nostalgia, pazienza, ci lasciassero solo divertire, che di grigiore ce n’è già abbastanza in questo mondo.

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