Robertino Rizzo e il modo di vedere il calcio

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Rizzo si è detto soddisfatto della prestazione di Brindisi, ma non del risultato. Io personalmente non ho gradito né l’una né l’altro.

Se era preventivabile una difficoltà a scardinare la folta linea difensiva francavillese, ciò che è accaduto dopo non era immaginabile per una squadra come il Lecce, eppure era già accaduto in coppa due settimane fa.

Il Lecce ha abbassato il baricentro subito dopo il gol di Di Piazza senza che ci fossero motivi reali per farlo, rinvigorendo un avversario che fino ad allora sembrava incapace di produrre qualunque azione offensiva. Si può pensare che sia scattato qualcosa nella testa dei giocatori, che non c’entrino i dettami tattici dell’allenatore e l’ho pensato anche io, fino al cambio.

La sostituzione di un centrocampista (anche con compiti offensivi) quale è Lepore, con un difensore non ha fatto altro che estremizzare quest’atteggiamento rinunciatario da parte dei giallorossi, che hanno concesso terreno agli avversari, i quali, pur non eccelsi tecnicamente, sono riusciti ad affacciarsi pericolosamente dalle parti di Perucchini e trovare, infine, il gol.

Qualcuno dirà che il pareggio è casuale e dovuto ad errori di copertura. Gli errori ci sono indubbiamente stati, ma è il ritrovarsi a difendere l’ 1-0 contro il Francavilla che fa storcere il naso. Un Lecce che avesse giocato la palla, anche senza eccedere qualitativamente, come nel primo tempo, probabilmente non si sarebbe ritrovato Abruzzese libero di tirare in porta.

Ora, Rizzo è soddisfatto della prestazione. Si può tranquillamente obiettare che lui è l’allenatore, non io, senza neanche avere torto. Ma temo che dietro questa differenza così netta di analisi della partita, non ci siano le sue qualità, delle quali non discuto, ma un modo antitetico di vedere il calcio.

Il calcio di Rizzo è speculativo, cercare il gol, difenderlo, agire se possibile in contropiede o portarsi a casa i tre punti con il minimo scarto. Il calcio che vorrei vedere io è l’opposto, perché credo che una squadra come il Lecce contro team certamente inferiori sia tenuta ad attaccare anche dopo aver segnato, perché ci sono le qualità per chiudere la partita senza dover soffrire.

E questa diversa mentalità è tangibile anche nell’aver lasciato fuori un giocatore come Torromino, per farlo entrare quando ormai palle in avanti non ne arrivavano più.

Me ne farò una ragione, sperando che i risultati diano ragione a Rizzo e gioie a noi, anche se bisogna dire che da quando siede sulla panchina l’allenatore di San Cesario ha ottenuto solo pareggi e solo in un caso (ad Alessandria) per mera sfortuna.

Ovviamente speriamo in un’inversione di tendenza già dalla difficile partita di sabato contro il Trapani, diretta concorrente per la promozione.

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2 commenti su “Robertino Rizzo e il modo di vedere il calcio

  1. Sergio Capone il said:

    Avevo una certa fiducia in Robertino Rizzo. Le partite finora viste non mi danno ragione: fare lo stesso errore (sostituzione difensiva che da spazio e coraggio all’avversario) in tre partite ufficiali su tre è veramente preoccupante.

  2. Giancarlo Canuto il said:

    Nei primi due commenti il modo opposto di vedere il calcio. Rizzo è un italianista allo stato puro. Difesa, contropiede e individualità. Come lui il 90% allenatori italiani. Infatti lo chiamano nel mondo gioco all italiana.
    A me non piace ma conta niente. Al 90%italiani piace.
    Poi siccome abbonati da 25anni per i colori ci sorbiamo Bolchi, Beretta, Braglia ecc… Sapendo che a Lecce hanno fischiato e cacciato Ventura, Zeman, Prandelli, Di Francesco, espressioni di un calcio meno speculativo.
    Speriamo Rizzo vinca il campionato ma non sarà mai divertente il suo gioco. Faremo di necessità virtù

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