Padalino, è tempo di sfruttare la rosa

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Padalino, foto con la maglia giallorossa del Lecce
La frenata
Il Lecce frena, non da oggi e non da Catania. Segnali in questo senso erano giunti già da qualche giornata. La squadra che imponeva il proprio gioco, che segnava a raffica, che non faceva avvicinare gli avversari davanti alla propria porta non c’è. Una pericolosa, quanto inattesa, involuzione che ieri è giunta al culmine, ma che non è iniziata ieri.
Il baricentro basso

Impossibile non notare come il baricentro della squadra si sia abbassato da un bel po’ di giornate e di come si regalino sempre venti metri all’avversario. Il centrocampo è spesso in inferiorità e comunque incapace di fare filtro e di proporre il gioco, anche a causa del fatto che Lepore adattato non è l’uomo giusto per un centrocampo a tre. Così basta la giornata no di Arrigoni o di Mancosu per ritrovarsi in balìa degli avversari proprio nella zona fondamentale.
I problemi
La difesa una volta quasi non impegnata, se non nell’onere di far girare palla, ora è spesso sotto pressione nella propria area(come accaduto con il Foggia e a Fondi) o ai limiti di essa (come è accaduto a Catania) e aumentando gli interventi difensivi aumentano i potenziali errori. E magari si palesano maggiormente i limiti di un portiere, Bleve, giovane e non ancora pronto per difendere la porta di una pretendente alla vittoria.
L’attacco con Caturano in una fase di stallo (e anche di poca fortuna con gli arbitri che non lo vedono simpaticamente) appare spuntato al centro, anche perché il ragazzo non ha un sostituto in panchina che possa sostituirlo in momenti come questo. Inoltre non si cercano più sovrapposizioni e cross dal fondo da tanto, per cui le palle pulite giunte al centro sono veramente poche.
La sterzata
Insomma un periodo no, non completamente figlio del caso, per una squadra che ha le qualità per uscirne fuori e anche gli uomini per farlo, anche in panchina. Uomini che potrebbero sostituire chi ha giocato troppo rispetto a quel che ha fatto vedere sul campo. Ma serve una sterzata, serve limitare solo a fasi particolari della partita quel gioco di rimessa che ci ha caratterizzati nell’ultimo periodo, rivedere il proprio credo in determinate circostanze e, se necessario, rivederlo completamente.
La qualità della rosa
La società mai come quest’anno ha messo nelle mani di Padalino una rosa eccellente per la categoria e di indubbio valore, oltre che ampia (ad esclusione del ruolo di punta centrale, come detto). E Padalino ha la possibilità di sfruttarla tutta, ma anche l’obbligo di sfruttarla al meglio. Il giudizio fin qui su Padalino non può non restare sospeso, perché se è vero che ci ha dato finalmente una parvenza di gioco e che ci ha portati là, agganciati alla zona promozione è anche vero che due punti in tre partite, il cammino delle ultime cinque giornate, l’involuzione di gioco e il mancato utilizzo di elementi più in forma o più adatti al ruolo non possono essere ignorati.
Ovviamente non è il tempo per bocciature, ma di certo è tempo di cercare delle soluzioni, di non rimandare a domani, perché si sono perduti campionati minimizzando i problemi.

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