Occasionali si, occasionali no… le polemiche di sempre.

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C’è uno strano comportamento del tifoso leccese, che dovrebbe essere studiato da sociologi e antropologi. Accade che si avvicina una partita di cartello e si cominciano a leggere le invettive contro gli occasionali: “statevene a casa”, “portati rugna”, “onore ai soliti”, ecc. Accade poi che il pubblico in quella partita è al di sotto delle aspettative ed ecco che gli stessi partono all’attacco “siete un pubblico di m…”, “neanche nei quarti di finale dei playoff venite allo stadio” ed altre frasi ripetibili insieme a molte irripetibili. Ed è una polemica che non trova grandi similitudini altrove. Perché, in verità, accade ovunque che le partite di cartello attirino più gente che non quelle ordinarie di campionato, accade persino all’Olimpico di Roma o al Meazza. Ci sarebbe da chiedersi se anche là i soliti 30000  si chiedano dove stavano gli altri prima del derby o della semifinale di Coppa Italia.

Di certo lo scorso anno eravamo in media in 4000, quest’anno in 9500 e quella curva, per quanto se ne voglia dire è più bella quando è piena, colorata, festante. Sarebbe bello vederla sempre strapiena, come una volta e se le grandi occasioni attirano nuovi ragazzini su quei gradoni ben vengano.
Per come la vedo io una partita è una festa di popolo, andare allo stadio e tifare per la propria squadra non è un dovere, ma un piacere, un piacere che si condivide con migliaia di altre persone che hanno la tua stessa passione. Certo, non tutti allo stesso modo, non tutti con la stessa intensità. Ma trovo le polemiche inutili e insensate. E insieme a chi ci sarà ci sono tantissime persone che non potranno essere presenti, perché sono ammalate, perché sono lontane, per problemi familiari, per mille motivi che nessuno ha il diritto di giudicare senza sapere.
Lasciamo stare ogni polemica e facciamoci trovare uniti di fronte all’obbiettivo.
Avanti Lecce.

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